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PROCESSIONARIA
BRUCHI DA CONOSCERE E DA TEMERE
CONSIGLI PER CHI VA NEI BOSCHI

Thaumetopoea processionea

SPESSO AL RITORNO DAI BOSCHI O NEI GIORNI SUCCESSIVI, SI HA LA SGRADITA SORPRESA DI VEDERSI COMPARIRE, NELLE GAMBE E NEL CORPO, UN MOLESTISSIMO ERITEMA PAPULOSO FORTEMENTE PRURIGINOSO CAUSATO DAI PELI URTICANTI DI UN BRUCO

 

Visitando alcuni boschi della nostra zona ho notato appesi agli apici di alcune conifere, o in prossimità della biforcazione dei rami nelle piante di quercia, dei grossi bozzoli setosi di colore bianco, simili per forma a dei fiaschi la cui parte slargata poteva raggiungere il diametro di 30-40 cm.

nido di  Processionaria Questi corpi sericei sono i nidi costruiti dai bruchi di una farfalla notturna appartenente ai Notodontidi, comunemente conosciuta come "Processionaria", per il modo di procedere fuori del nido delle proprie larve.

Il ciclo di quest’interessante lepidottero andrebbe approfondito meglio. Qui, per ragioni di spazio, esporrò la fase larvale dell’insetto, cioè quella parte del ciclo che è pericolosa all’uomo, in modo che la conoscenza e l’avvistamento del bruco consentano alla persona di proteggersi dal pericolo.

Le specie che si possono incontrare frequentando i boschi sono la processionaria della quercia (Thaumetopoea processionea) e la processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa). Questi bruchi molto pelosi, oltre a differenziarsi nel colore: grigi con macchie rossastre quelli della quercia, neri azzurrati quelli delle conifere, si distinguono dalla formazione di marcia che il gruppo assume quando escono dal nido in cerca di foglie fresche.

Infatti, la marcia nella processionaria della quercia viene guidata da un bruco capofila, seguito da una seconda fila di bruchi disposti a coppia, questi a loro volta sono seguiti da una formazione di tre bruchi e ancora più indietro una formazione ordinata per quattro, e così via fintando che la processione si allarga anche con quindici-venti individui; dopo la massima ampiezza la processione decresce assottigliandosi man mano ad un solo individuo.

Processionaria del Pino Nella processionaria del pino, invece, i bruchi usciti dal nido in cerca di alimentazione, si dispongono in fila Indiana, in modo che la testa dell’uno venga a contatto con l’addome di quello che lo precede, raggiungendo così processioni lunghe parecchi metri. E’ possibile inoltre che dallo stesso nido possono formarsi una o più processioni, anche con direzioni diverse

Entrambi, una volta sazi tornano a riunirsi ripercorrendo la traccia sericea lasciata all’andata.

Nido di bruco Processionaria

Chi incautamente tocca questi bruchi processionanti o maneggia i loro nidi, nei quali possono trovarsi immagazzinate spoglie, peli e frammenti di peli dei bruchi, si accorge subito della loro proprietà urticante. I danni provocati dalla penetrazione dei peli nella nostra cute possono essere modesti o assumere notevole gravità. Nella pelle dove si infiggono le setole o i loro frammenti, insorge un molestissimo eritema papuloso fortemente pruriginoso che può scomparire dopo qualche giorno; mentre conseguenze più gravi si hanno quando i peli o frammenti di essi, giungono a contatto con l’occhio, la mucosa nasale, la bocca o peggio ancora quando penetrano nelle vie respiratorie e digestive.

La prudenza dunque vuole che i bruchi processionanti non vengano mai toccati, né i loro nidi aperti; anzi, si suggerisce, una volta avvistati, allontanarsi immediatamente dalle piante infestate.

Ciro Sorrentino

bruchi processionaria Thaumetopoea

TRATTAMENTI

per debellare la processionaria

 

Lotta meccanica: consiste nel tagliare le parti dei rami che sostengono i nidi di processionaria, ammucchiarli insieme a sterpaglie e rami secchi e bruciarli. L'intervento deve essere eseguito in inverno, con la massima cautela per evitare incendi e con adeguate protezioni, quali tute, occhiali da lavoro e mascherine antipolvere, per evitare contatti con i peli urticanti, in particolare agli occhi, alla bocca e al naso.

Lotta biologica: si esegue una disinfestazione con un insetticida biologico a base di Bacillus thuringiensis; l'intervento va eseguito a fine estate ed è del tutto innocuo per l'uomo, gli animali e gli insetti utili.

Trappole: vengono installate sui tronchi delle piante a rischio delle particolari cinture di plastica a forma di imputo sul cui fondo si immette periodicamente una colla. I bruchi quando è il momento di scendere dagli alberi vi restano incollati e muoiono.

Foto: Francesco Mondello

 

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