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Auricularia auricula-judae (Bull.) Quél. 1886

Auricularia auricula-judae fungo orecchia di Giuda

Auricularia auricula-judae, ovvero “Orecchio di Giuda”, come nel linguaggio popolare viene comunemente conosciuto, deve la sua denominazione alla leggenda tramandata attraverso i secoli che vuole che questo curioso basidiocarpo sia cresciuto, assumendo la sua particolare forma, sull’albero dove l’apostolo traditore si impiccò pentito per il suo tradimento.

Si tratta di piccolo fungo dall’aspetto gelatinoso e simile, nella sua conformazione morfologica, per le particolari venature e la forma lobata che lo caratterizzano, ad un orecchio umano, derivandone, per tale motivo, la sua denominazione.

Alla stregua di numerose altre specie fungine è molto conosciuto ed utilizzato nella cucina dei paesi asiatici dove, in considerazione della diversità geografica, viene conosciuto con nomi diversi: in Cina come mù ȇr (woo ear – orecchio del legno); in Giappone kikurage (tree-jellyfish – medusa dell’albero); in Vietnam nȃm tai méo (cat’s ear fungus – orecchio di gatto). In tali paesi, oltre ad essere apprezzato ed utilizzato in svariate preparazioni gastronomiche e coltivato e commercializzato su vasta scala, viene conosciuto per le sue proprietà medicinali e viene utilizzato, unitamente al suo simile Auricularia polytricha, ormai da secoli, specialmente in Cina, nella cura di svariate patologie come il trattamento delle emorroidi, dell’anemia, dell’angina e delle infiammazioni gastrointestinali.

Ha particolari proprietà di reidratazione: dopo essere stato essiccato, rimesso in ammollo riprende la sua iniziale consistenza gelatinosa; per tale proprietà viene chiamato, nei paesi anglosassoni, Jelly fungus (fungo gelatinoso).

Numerosi sono gli studi compiti dalla medicina moderna, nei paesi occidentali, sulle proprietà medicali di questo fungo e sembra che lo stesso abbia numerose altre proprietà che lo rendono sia un ottimo rimedio contro le patologie cardiovascolari, sia un regolatore dei livelli ematici della glicemia e del colesterolo.

 Auricularia auricula-judae

Nella sistematica micologica viene posizionato, in ordine ascendente, nel Genere Auricularia, Famiglia Auriculariaceae, Ordine Auriculariales, Classe Basidiomycetes. Era inserito, un tempo, nel gruppo informale dei “Fragmobasidiomiceti”, raggruppamento artificiale nel quale, in passato, venivano inseriti “funghi gelatinosi” appartenenti alla Famiglia Auriculariaceae, Tremellaceae e Dacrymycetaceae, oggi, alla luce di approfonditi studi filogenetici, ritenuto inadeguato.

 

Auricularia auricula-judae (Bull.) Quel. 1886

 

Auricularia auricula-judae

 

Basidiocarpo: di piccole-medie dimensioni, può raggiungere 8-10 cm. di larghezza, sessile (privo di gambo), a volte munito di un piccolissimo e corto gambo, a forma di conchiglia, di coppa rovesciata, verosimilmente somigliante ad un orecchio umano,  superficie esterna pruinosa, vellutata, tomentosa per la presenza di peli molto corti, di colore bruno-rossastro;

 Imenoforo: concavo, liscio, lucido, con andamento irregolare, spesso percorso da venature più o meno evidenti; concolore alla superficie esterna;

 Carne: tenace, elastica e gelatinosa a tempo umido, assume consistenza dura a tempo asciutto con la disidratazione, reviviscente (quando, dopo la disidratazione, in presenza di umidità, ritorna allo stato originario assumendo la primitiva consistenza), di colore brunastro, dolce e priva di odori particolari;

 Habitat: si riproduce, durante l’intero anno, in forma saprofitica, in gruppi di numerosi esemplari su legno morto di diverse latifoglie, tipicamente associato a specie arboree appartenenti al Genere Sambucus, a volte da parassita su alberi viventi.

 Commestibilità: considerato commestibile è largamente utilizzato nei paesi asiatici dove è coltivato e commercializzato su larga scala. Non utilizzato, anzi ignorato, per il consumo alimentare nei paesi occidentali dove, in ogni caso, per il proliferare di ristoranti tipici asiatici, incomincia ad essere conosciuto. Il consumo prolungato ed in dosi eccessive, può fare insorgere la sindrome di Szechwan (1)

 Etimologia: dal latino auricula, piccolo orecchio, diminutivo di auris = orecchio, e da Juda nome proprio di persona

Sinonimi:

·        Hirneola auricula-judae (Bull.) Berk. 1860

 Specie simili:

·        Auricularia mesenterica (Dicks.) Pers. 1822

Si differenzia per la colorazione grigio-brunastro con zonature più scure della parte superiore; per la consistente peluria che ne ricopre il bordo; per la parte inferiore (zona fertile) di colore bruno-porporino, percorsa, come per A. auricula-judae, da nervature più o meno profonde.

·        Auricularia polytricha (Mont.) Sacc. 1885

 = Auricularia nigricans (Sw.) Birkebak, Looney & Sànchez-Garcìa 2013

Differisce per le dimensioni mediamente maggiori e per le colorazioni più scure. Specie tipica del continente asiatico poco diffusa in Europa.

 Auricularia auricula-judae fungo orecchia di Giuda

(1)     Sindrome di Szechwan

E’ caratterizzata da emorragie di varia natura più o meno intense, quali porpore cutanee, epistassi ed emorragie interne. Fu descritta, per la prima volta, nel 1980 dal Dott. D. E. Hammerschmidt, medico-ematologo statunitense, che aveva rilevato tale patologia su un numero cospicuo di pazienti appurando che molti di questi erano consumatori abituali di un tipico piatto cinese chiamato “Mopo dou-fu” a base di Auricularia polytricha, spesso associato anche ad Auricularia auricula-judae. La sindrome venne inizialmente attribuita, in maniera erronea, al consumo di Auricularia auricula-judae, specie successivamente scagionata, individuando in Auricularia polytrica la specie responsabile. Tuttavia viene ipotizzato che anche Auricularia auricula-juade, per il contenuto di sostanze analoghe causi gli stessi effetti, specie se consumata in pasti abbondanti e ravvicinati o se viene associata a spezie quali lo zenzero o a farmaci del gruppo FANS, aspirina ed altri anticoagulanti.

La denominazione della sindrome trova origine nella regione cinese di Sse-tch’ouan, ove queste specie fungine sono coltivate, diffuse e consumate su larga scala, derivandone, quindi, il nome.

 Angelo Miceli

Foto:  Angelo Miceli  e  Franco Mondello.

 

Bibliografia essenziale:

  • Angelini Claudio – 2005: Micotossicologia – Intossicazioni da Funghi

  • occardo Fabrizio, Traverso Mido, Vizzini Alfredo, Zotti Mirca - 2008: Funghi d’Italia. Zanichelli, Bologna (ristampa 2013)

  • Cazzavillan Stefania – 2011: I funghi medicinali – dalla tradizione alla scienza. Nuova Ipsa Editore Srl, Palermo

  • Della Maggiora Marco, Mannini Maurizio - 2013: Funghi buoni … o “buoni da morire”. In A.G.M.T., 2013: Io sto con i Funghi. La Pieve Poligrafica, Villa Verucchio (RN): 171-204. (Seconda Edizione).

  • Milanesi Italo - 2015: Conoscere i funghi velenosi ed i loro sosia commestibili. A.M.B. Fondazione Centro Studi Micologici, Trento

  • Papetti Carlo, Consiglio Giovanni, Simonini Giampaolo - 2004: Atlante fotografico dei Funghi d’Italia, Vol. 1 (seconda ristampa). A.M.B. Fondazione Centro Studi Micologici, Trento

  • Phillips Roger - 1985: Riconoscere i funghi. Istituto Geografico De Agostini, Novara

  • Tolaini Francesco – 2009: Funghi sotto la lente II Auricularia auricula-judae e Tremella mesenterica. Micoponte – Bollettino del Gruppo Micologico Massimiliano Danesi, n. 3: 6 -10, Ponte a Moriano (LU)

 Riferimenti siti web:

 

Altra scheda con foto

 

 

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