Isola di SALINALa più verde delle Isole Eolie S. Marina Salina, dal 2007 "5 vele" nella guida blu di Legambiente. Luoghi da visitare, foto, mappe, nascita ed evoluzione dell'isola, come raggiungerla, monte Fossa delle Felci, il lago di Lingua, il porticciolo.L'isola per chi ha dubbi tra vacanze ai Monti o al MareSanta Marina Salina vista dal porto L'isola di Salina si trova al centro dell'Arcipelago delle Isole Eolie ed è seconda per dimensioni (26,8 Kmq), è invece la più alta per le vette che le danno la forma di una gobba di cammello: “Fossa delle Felci” (962 m.) e “Monte dei Porri” (860 m.), vulcani ormai spenti e ammantati di una fitta vegetazione. Per la sua posizione centrale consente spostamenti rapidi in tutte le altre isole dell'arcipelago. E' ben collegata con numerose corse giornaliere di aliscafi e navi a Milazzo da dove partono navette (Vedi) per gli aeroporti di Catania e Palermo. Altri collegamenti marittimi giornalieri si hanno con Palermo, Napoli, Messina e Reggio Cal. (vedi orari Siremar e LibertyLines). L'isola è particolarmente fresca, anche nelle giornate più calde, grazie alla ricca vegetazione e all'altezza dei suoi monti che favoriscono di notte la brezza di monte e di giorno la brezza di mare. Infatti al tramonto i versanti della montagna si raffreddano più velocemente rispetto al mare e l’aria, diventando più pesante, si sposta verso il basso. Al contrario, al sorgere del sole, l'aria si riscalda più velocemente nella terraferma determinando un abbassamento di pressione che porta aria dal mare verso monte. La nascita dell'Isola di Salina si è svolta attraverso tre periodi ben distinti di attività vulcanica:
Formazione dell'Isola di Salina
Complessivamente, quindi, l’isola di Salina è formata da sei vulcani ormai completamente spenti, di cui alcuni difficili da individuare, e di cui l’unica attività vulcanica rimasta consiste solo nelle manifestazioni fumaroliche sottomarine, presenti soprattutto nella baia di Pollara e nei pressi di Rinella. L’isola è la più verde delle Eolie grazie all’umidità dei suoi terreni, alla fertilità del suolo, e alla ricchezza della flora. Nel 1981 è stata istituita una riserva naturale, dell’estensione di 1521 ettari, che abbraccia i due monti arrivando, in alcuni tratti, fino al mare. Il nome dell’isola deriva da un'antica salina posta nel laghetto di Lingua in cui si produceva il prezioso sale marino. Il laghetto ha una profondità di pochi metri ed una estensione di circa due ettari ed è posto all’estremità sud-est dell’isola, adiacente l’abitato di Lingua, un antico borgo di pescatori. A conferma dello sfruttamento del sale è stata rinvenuta e disseppellita una fabbrica per la conservazione del pesce, sulla costa ai margini dell’abitato di Santa Marina Salina. Dopo gli scavi effettuati si possono ancora vedere le strutture e gli antichi colatoi, anche se parzialmente distrutti dal mare, privi di adeguata protezione.
Suggestivo e di grande attrattiva è lo scenario naturale offerto dalle sue innumerevoli insenature, dalle grotte e dagli scogli che circondano l'isola stagliandosi sul mare colore zaffiro, ma non meno affascinanti sono i fondali sottomarini, blu, puliti e trasparenti fino ad alta profondità, di grande attrattiva per i subacquei ma anche per chi prova la maschera subacquea per la prima volta ed ammira l’inabissamento delle rocce nell’azzurro dei fondali, oppure a riva le Donzelle pavonine che girano tra i piedi appena si smuove qualche pietra. Riservata a pochi esperti la vasta Secca del Capo, posta tra Salina e Panarea, col culmine visibile a circa otto metri di profondità. Nei suoi mari capita spesso di vedere affiorare Delfini, Pesci spada, e Tonni o di fare incontri subacquei con Ricciole Aguglie e Tartarughe, mentre la Foca, un tempo nidificante a Filicudi, è ormai scomparsa. Naturalmente non possono mancare gli avvistamenti di Cernie, Saraghi, Orate, Corvine e degli immancabili Polipi. La ricchezza dei fondali delle Eolie ne ha fatto per anni la sede dei campionati nazionali di pesca subacquea. Poi la disorganizzazione ha fatto si che la manifestazione venisse spostata in altri mari. S. Marina Salina che detiene "5 vele" dal 2007; prima località d'italia a “cinque vele”, nella Guida Blu 2012 di Legambiente; cinque vele e 2^ in classifica nel 2013; unica isola d'Italia a 5 Vele nella Guida Blu 2014. 5 vele nella guida blu 2015 5 vele nella guida blu 2017 5 vele nella guida blu 2018 5 vele nella guida blu 2019 4 vele nella guida blu 2020 5 vele nella guida blu 2021 5 vele nella guida blu 2023 In questi anni i tre comuni di Santa Marina Salina, Leni e Malfa in cui è divisa l’isola hanno lavorato per rendere il territorio sempre più accogliente vietando comunque le cementificazioni. Il risultato è stato la conservazione della fisionomia di un tempo, con le antiche stradine in pietra, strette e tortuose e le case di una volta, circondate da un giardinetto, basse, colorate o almeno con il tetto bianco, poste in posizione sempre più elevata per poter comunque ammirare il mare. L’accoglienza è stata migliorata con la ristrutturazione in albergo di antiche case e le case vacanza private, diversi ristoranti di qualità, e con la costruzione di un porticciolo turistico che può prestare adeguata assistenza alle numerose imbarcazioni che affollano le isole e consentire manifestazioni velistiche come Davide Carrera. A Salina è anche possibile affittare barche e gommoni per escursioni, immersioni o pesca, oppure affidarsi ad imbarcazioni più grandi per una visita guidata alle località più suggestive. Il lavoro è stato premiato col massimo riconoscimento delle “cinque vele”, nella Guida Blu di Legambiente, le cui valutazioni non riguardano solo la qualità delle acque di balneazione ma tengono conto anche della qualità delle strutture ricettive, della presenza di un centro storico ben conservato, di un'offerta enogastronomica di pregio, della vicinanza a luoghi di interesse storico artistico o naturalistico, ecc. Il riconoscimento delle "5 vele" è stato riconfermato a Santa Marina Salina per il 2008, 2009, 2010, 2011 e con il primo posto in Italia nel 2012 nella Guida Blu, ed ancora 2013 e 2014, 2015, 2016 (5^) e seguenti, con la seguente motivazione: "S. Marina Salina: Con il sistema di raccolta porta a porta, il paese ha ottenuto in pochi mesi buoni risultati, eliminando i cassonetti stradali e superando il 40% di raccolta differenziata. Ultimato il progetto di ripascimento della costa di Punta Lamie. Grazie all'adozione del Piano d’azione per l’energia sostenibile (SEAP) il Comune è in grado di attuare misure volte alla riduzione di CO2 e per il risparmio energetico. Ha ottenuto il rilascio di una concessione demaniale di 40.000 mq per la realizzazione di un campo boe comunale che protegga dalle ancore i fondali. Confermate e potenziate le manifestazioni sportive "sostenibili”. Santa Marina Salina è il centro più movimentato, col porto commerciale che garantisce l’approdo a navi ed aliscafi anche con mare molto mosso e con l’accogliente porticciolo turistico. Tanti i negozi lungo la via principale in cui è possibile trovare tutto ciò che serve.Baia di Santa Marina Salina Il porticciolo turistico di Salina
A circa 3 Km a sud, in una vera e propria lingua di terra con un faro all’estremità, troviamo la frazione di Lingua, con l'antica salina, dove è possibile gustare del pesce fresco oppure “u pani cunzatu” seduti all’aria aperta della piazzetta. Squisite e genuine le granite prodotte artigianalmente.
Panorama dal sito archeologico Capanna del sito archeologico di Salina Il primo insediamento a Santa Marina risale al periodo della cultura milazzese, XV - XIII secolo a.C. di tale insediamento è stato rinvenuto un sito archeologico formato da una quindicina di capanne circolari testimonianze della presenza di popolazioni residenti. Il sito si trova su una cresta in località Portella, sulla strada dalla quale inizia la discesa per la frazione di Capo. La visita al sito permette anche di risalire parte della montagna e di ammirare la sua conformazione, l'asprezza dei suoi terreni e un magnifico panorama. Proprio sotto il sito archeologico, quasi sulla spiaggia, ormai separata da un alto dirupo, si può ancora notare una flebile sorgente d'acqua, ormai appena sufficiente ad abbeverare i colombi che la visitano. La sorgente poteva consentire alle antiche popolazioni di sopravvivere alla siccità estiva. A pochi metri di distanza una costruzione in pietra, forse un'altra capanna o una cisterna, semidistrutta dal mare, in un posto così isolato, può essere legata solo al sito archeologico. Malfa adagiata sulla Valle di Giovi e dominata dalle verdi pendici del Monte Rivi. Prende il nome da una colonia di Amalfitani insediatasi nell'isola nel XII secolo. Caratteristica è la sua baia di Punta Scario, circondata da scogliere e protesa sull'azzurro mare aperto. Tipiche le sue stradine, le case circondate dal verde, la sua tranquillità. Prevalentemente agricola la prima domenica di giugno vi si svolge la Sagra del cappero. Separata da tortuosi tornanti ad alcuni chilometri di distanza, adagiata al centro di un antico cratere, troviamo la frazione di Pollara che si può ammirare appena giunti all'orlo del cratere. Da tale punto panoramico è d’obbligo osservare il tramonto del sole che sparisce nell'azzurro del mare. Da visitare la sua caratteristica baia con i rifugi per le barche dei pescatori scavati nella roccia, l'arco naturale del "perciato" ed i suoi affascinanti fondali. Baia di Pollara Baia di Pollara Leni a metà costa è l'unico paese a non trovarsi sul mare, salvo la frazione di Rinella dove si trova il porto commerciale. Chiamata dai greci Lenoi, che deriva dal nome dei contenitori per la pigiatura dell’uva, che già allora veniva coltivata. Infatti è circondata da filari di vigneti misti con piantagioni di capperi e uliveti nelle zone più scoscese. Più in alto al centro della sella tra i due monti sorge la sua frazione Valdichiesa col Santuario della Madonna del Terzito risalente al 1630 e la maggior parte dei vigneti. Da Valdichiesa inizia il meno impegnativo percorso per la Fossa delle Felci. Rinella, in alto Leni Spiaggia di Rinella Sul mare si trova Rinella il paesino con l’unica spiaggia di sabbia fine dell'isola, un campeggio proprio sul mare e il secondo porto commerciale dell'isola. FOSSA DELLE FELCI (962 m.)Il magnifico bosco misto su Monte Fossa delle Felciideale per chi cerca funghi Sullo sfondo Lipari e Vulcano La cima più alta delle Isole Eolie è il monte Fossa delle Felci, costituito dall'antico cratere ormai spento e ricco di alta vegetazione. Da questa cima è possibile ammirare un panorama a 360 gradi che abbraccia tutte le isole e si spinge fino alla Sicilia. Spostandosi nei vari versanti è possibile ammirare dall'alto i vari Comuni ed il blu del mare che li circonda. Mozzafiato la vista Sud-Est, sul laghetto di Lingua, con Lipari e Vulcano che sembra facciano da barriera protettiva. Panorama di Lingua, Lipari e Vulcano dalla Fossa delle Felci La rigogliosa vegetazione di questo monte, in un clima mite anche in inverno, favorisce la crescita di molte specie fungine di cui molti Boletus, Suillus, Lactarius, Russula, Cantharellus, Macrolepiota, Clitocybe, Tricholoma. A quota bassa anche il raro Pleurotus opuntiae che dalla primavera all'autunno fa la sua comparsa fra i ceppi morti di Ficodindia a pochi passi dal mare e dalla Casa Comunale. La stagione migliore per la crescita dei funghi va da ottobre a gennaio ma anche da inizio primavera all'estate si possono trovarsi numerose specie fungine, se le piogge non mancano, soprattutto nel versante Nord, molto ombreggiato, sopra Malfa. La primavera e l'autunno restano comunque da preferire per le escursioni a piedi per i vari sentieri che raggiungono la vetta della Fossa delle Felci e che permettono di attraversarla da una parte all’altra. Occorrono buoni scarponi, un bastone, un berretto ed una borraccia d’acqua. Non occorrono allenamenti particolari ma nelle ore calde dell'estate è consigliato non intraprendere l'escursione per i molti chilometri che occorre percorrere a piedi. Gli itinerari principali sono:
Partenza da Valdichiesa, fraz. di Leni, in prossimità del Santuario della Madonna del Terzito, (mt. 350 s.l.m.) raggiungibile anche con bus. Il percorso è quello meno faticoso per l’alta quota di partenza e per il tragitto poco ripido. Si consiglia di seguire la strada carrabile in terra battuta a lieve pendenza, di una lunghezza di circa 7 Km, invece di usare le scorciatoie, pesanti per l'irregolarità del percorso e con scaloni alti e irregolari. A quota 800 m. si incontra il rifugio di Monte Rivi, provvisto di fontana ma con acqua di cisterna non potabile. Il panorama che si ammira è quello del versante ovest dal quale sono visibili, oltre al Monte dei Porri, le isole di Filicudi e Alicudi ed in basso Valdichiesa e Leni ed a tratti Malfa a Nord o Rinella a Sud. Filicudi e Alicudi visti dal bosco di Fossa delle Felci. Tempo di percorrenza: 2 h. circa. Grado di difficoltà: medio.
S. Marina Salina, sullo sfondo Panarea e Stromboli
Salina: macchia mediterranea con vista su Lipari Partenza: Via Belvedere – Circonvallazione. Tempo di percorrenza: 3,30 h. circa.
Partenza: Cimitero di Lingua in località Quadara.
Tempo di percorrenza: 3,30 h. circa. Le coltivazioni sono costituite da terrazzamenti di vigneti, in prevalenza di malvasia, che calano dai monti al mare e da cui si ricava il prezioso vino dolce “Malvasia delle Lipari” D.O.C. e da piantagioni di cappero, pianta che produce un fiore bellissimo e dal profumo intenso ed il cui bocciolo viene conservato sotto sale ed aggiunto alle pietanze per renderle gustose ed aromatiche. Altre coltivazioni tipiche, che oggi stanno scomparendo sono quelle dei Fichi, del Mandorlo, del Melograno e dell’Ulivo di cui si possono ancora ammirare i terrazzamenti in pietra basaltica che raggiungono anche i più irti e pietrosi pendii.La vegetazione tipica è costituita da macchia mediterranea di cui in primavera salta all’occhio la colorazione gialla della ginestra di spagna (Spartium junceum).Seguono i cespugli di colore verde del lentisco che, in estate, spiccano in contrasto col secco delle erbe ed il rosso dell’ Euphorbia arborea. Fin dalle basse quote Erica arborea e Ginestra spinosa (Calicotome spinosa) formano una fitta ed impenetrabile macchia, cui si aggiunge più in alto il corbezzolo (Arbutus unedu) e il cisto (Cistus salvifolius). Immancabili i ficodindia di cui è possibile assaggiarne i colorati frutti fin da agosto. Ad alto fusto troviamo infestanti piante di Ailanto molto diffuse nelle fresche vallate insieme ai rovi, poche querce da sughero (in località Serro dell'acqua sopra il bivio per Malfa) e più in alto qualche leccio ed i castagni di cui, al centro del cratere della Fossa delle felci, alcuni secolari. Il cratere prende il nome proprio dalle felci di cui è ricoperto. L'intervento del Corpo Forestale, con rimboschimenti protratti per anni ha creato oltre quota 600 m. una notevole fascia forestale costituita da magnifiche pinete di pino domestico (Pinus pinea), Pino marittimo (Pinus pinaster), Pino d'Aleppo (Pinus halepensis) e boschi di Castagno, Pioppo, Ontani napoletani (Alnus cordata) ed Eucalipto. La fauna vede al primo posto il coniglio selvatico, facile da incontrare nelle ore notturne lungo le strade di collegamento e il ghiro (Glis glis), simile allo scoiattolo, e dalle abitudini notturne. la Lucertola nera eoliana (Podarcis raffonei). Numerosi gli uccelli: dai piccoli passeracei al Corvo imperiale; il Merlo, le Tortore; tra i rapaci abbonda il raro Falco della Regina (Falco eleonorae), è frequente il Falcone mediterraneo, il Lodolaio e alcuni rapaci notturni come il Barbagianni (Tyto alba). Gli uccelli acquatici trovano rifugio nei periodi di passo nel laghetto di Lingua o nelle calme baie. Sono stati avvistati Aironi rossi e cenerini, Anatre, Folaghe, Cormorani, Gru, Fenicotteri. In estate è possibile ammirare gli Aironi appollaiati sugli scogli intorno all’isola, i Gabbiani e la Berta maggiore.
Altre informazioni:
Una delle case tipiche con giardino in affitto estivo
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