Carpoforo:Gasteromicete inizialmente di forma ovoidale, 4-5 cm, con un peridio molle, membranoso ed internamente spesso gelatinoso; poi il peridio si lacera lasciando fuoriuscire il capitulo, spinto e sorretto dal gambo molto lungo mentre alla base rimane una specie di volva.
Peridio: formato da due strati: uno esterno protettivo (Esoperidio) che permane alla base ed è alle volte presente sotto forma di brandelli sulla sommità; l'altro strato, interno (Endoperidio), sottile, rigido, bianco, ricoprente la gleba e sollevato con essa, caduco in vecchiaia al disseccamento della gleba.
Capitulo: vassoio contenente la gleba, sorretto dal gambo, a forma di disco, 3-7 cm di diametro, di consistenza membranosa e di colore bianco.
Gleba: a maturazione formata da polvere compatta ma facilmente friabile, di colore ocra carico, frammista a spezzoni di capillizio a forma di spirale.
Gambo: 15-30 x 1-2,5 cm, cilindrico, eretto, cavo, legnoso, sfilacciato in superficie in fitte squame fibrose irsute. Base con volva inizialmente gelatinosa, poi secca e sottile.
Habitat: Inizialmente ipogeo, cresce in estate in terreni sabbiosi, lungo i litorali, vicino al mare. Ritrovata sotto cipresso. Exsiccatum in erbario personale.
Commestibilità: non commestibile.
Microscopia: Spore bruno ruggine in massa, subglobose, finemente verrucose, 4,5-6 µm.
Ife del Capillizio frammentate in segmenti, internamente spiralati, chiamati "elatéri".
Elateri e spore di Battarrea phalloides in acqua
Note: Battarrea stevenii, considerata separata per il gambo più lungo e per la volva non gelatinosa, è stato dimostrato trattasi della stessa specie con differenze riconducibili a condizioni climatiche ed ambientali.
Posizione Sistematica: Battarrea phalloides, prima inserita nell'Ordine Tulostomatales, Famiglia Battarreaceae, accanto alla Famiglia Tulostomataceae, dopo studi molecolari è risultata affine alle Agaricaceae dove è stata inserita.
Cappello: 6-18 cm, inizialmente convesso, poi piano convesso con superficie liscia, di colore iniziale bianco, poi bianco grigiastro, infine grigio fumo, virante al grigio allo strofinio; bordo a lungo involuto, ondulato.
Imenoforo: arcuato, composto da tubuli molto corti, non separabili, decorrenti sul gambo, crema-giallini. Pori molto fitti, indistinti, poi poligonali, a lungo bianchi.
Gambo: 3-6 x 2-3 cm, corto, liscio, assottigliato in alto, allargato nella parte mediana e attenuato alla base, per gran parte infisso nel terreno, bianco, poi ingrigente a partire dalla base.
Carne: compatta, non marcescente, bianca, appena leggermente virante al grigio rosato al taglio, sapore sgradevole, amarognolo dopo lunga masticazione; odore scarso, fungino.
Habitat: trovato isolato in boschi di Pinus pinea con macchia mediterranea, in autunno sui Monti Peloritani di Messina. Exsiccatum in erbario personale.
Microscopia: spore angolose, nodulose, più o meno irregolarmente ampie, 4-7 µm. Basidi clavati, bisporici e tetrasporici.
Commestibilità: non commestibile.
Note: può essere confuso con Gyrodon lividus che possiede imenoforo decorrente, biancastro, poi giallo, cuticula giallo ocra e habitat in luoghi acquitrinosi.
Boletopsis leucomelaena (Pers.) Fayod, 1889 possiede colorazioni grigio brune fino a nerastre.
Cappello: 5-15 cm, inizialmente convesso, poi piano convesso, infine disteso, con superficie liscia o screpolata col secco, di colore grigiastro, poi grigio bruno, infine bruno nerastro, tendente a scurire allo strofinio, bordo a lungo involuto, ondulato.
Imenoforo: arcuato,tubuli molto corti, non separabili, adnati o poco decorrenti sul gambo, biancastri. Pori inizialmente molto fitti, a maturità aperti irregolari, allungati al bordo, con accenno di labirinto, a lungo bianchi, grigio brunastro chiaro in vecchiaia.
Gambo: 3-7 x 1-3 cm, corto, liscio, cilindrico o allargato nella parte mediana, attenuato alla base, di colore grigio scuro in contrasto con una zona pseudoanulare, sotto l'imenoforo, bianca, tendente a scurire allo strofinio.
Carne: fibrosa, compatta, tenace, bianca, lentamente leggermente virante al grigio al taglio, sapore sgradevole, sorboso, non amaro; odore scarso, fungino.
Habitat: cresce a gruppi, trovato in boschi di Pinus pinea con Leccio, dall'autunno ad inizio inverno sui Monti Peloritani. Exsiccatum in erbario personale.
Commestibilità: non commestibile.
Microscopia: spore gibbose, nodulose, 4,5-6 x 3,5-5 µm. Basidi clavati, tetrasporici, 18-30 x 5-8 µm.
Spore e Basidi
Note: Boletopsis leucomelaena rispetto a Boletopsis grisea possiede una colorazione più scura di cappello e gambo, imenoforo non o poco decorrente sul gambo, sapore non amaro, dimensioni spesso inferiori.
Cappello: 5-15 cm, inizialmente emisferico, poi convesso, infine guancialiforme, con margine eccedente a lungo involuto. Cuticola finemente vellutata, screpolata col secco, poi liscia, untuosa o vischiosa, di colore giallo-zolfo, giallo-oro, a maturità giallo-bruno.
Imenoforo: Tubuli molto corti, da adnati a decorrenti, di colore giallo, giallo-verdastro, al taglio virano al verde-azzurro. Pori piccoli, concolori ai tubuli, macchiati di ruggine a maturità, al tocco virano al verde-azzurro.
Gambo: 5-12 x 2-4 cm, cilindrico o cilindrico-ventricoso, con base affusolata, finemente pruinoso da giovane, poi liscio o con fini granulazioni brune, giallo concolore al cappello, con base rosso-bruna.
Carne: Compatta, poi molle, gialla, vira al taglio al verde-azzurro soprattutto sopra i tubuli ed alla base del gambo. Sapore leggermente acidulo o di liquirizia.
Habitat: Specie rara, cresce in ambiente mediterraneo, spesso a piccoli gruppi, su tronchi morti o ceppaie di pino domestico (Pinus pinea). Esemplari in foto ritrovati all'estremità iniziale dei Monti Peloritani, nei pressi di Salice (Me) su tronco marcio di pino.
Microscopia: Spore lisce, ellittiche, bruno olivastre in massa, 5,5-11 x 2,5-5 µm. Cistidi con punte allungate, 17-35 x 6-7 µm.
Commestibilità: non commestibile per la carne scadente, molliccia.
Note: Alcuni Autori preferiscono inserire la specie nel genere Pulveroboletus. Si distingue per l'habitat lignicolo, preferibilmente su Pinus pinea, in ambiente mediterraneo, l'imenoforo molto corto, di forma concava, decorrente sul gambo, la completa colorazione giallo oro dei carpofori giovani e il viraggio della carne all'azzurro.
Buchwaldoboletus lignicola è simile, si distingue per la taglia più piccola, la cuticola pruinosa, i pori più ampi, il gambo corto, ocra-fulvo, ocra-bruno e, soprattutto, per l'habitat alpino o nord europeo, su conifere diverse.