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Amylosporus  campbellii

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Amylosporus  campbellii (Berk.) Ryvarden, (1977)

primo ritrovamento nel territorio messinese

Angelo Miceli & Carmelo Di Vincenzo

(Centro di Cultura Micologica – Messina)

 

Premessa

Ancora una volta il territorio messinese regala un ritrovamento fungino di tutto rispetto che vuole identificarsi con una specie a tipica crescita extraeuropea la quale da qualche anno a questa parte fa registrare la propria presenza anche nel territorio europeo e, in particolare, stante i ritrovamenti segnalati e dei quali siamo venuti a conoscenza, in alcune località della Sicilia.

 

Amylosporus campbellii

Amylosporus campbellii      Foto Angelo Miceli

Trattasi di Amylosporus campbellii, specie fungina posizionata nel gruppo informale dei polipori ed attualmente inserita nell’ordine Russulales. Essa sconfina dalle naturali e tipiche zone di crescita localizzate nelle aree tropicali e subtropicali dell'Africa, del Nord America meridionale, dell'America centrale e meridionale e del Sud-est asiatico [Verma et al., 2016; Campi et al., 2017; Bernicchia et al., 2017; Bernicchia et al., 2020] e torna a fruttificare, ancora una volta, in Sicilia nel territorio metropolitano di Messina, in località Rometta marea.

Amylosporus campbellii

Amylosporus campbellii       

Foto Angelo Miceli

 

 Amylosporus campbellii

Amylosporus campbellii        Foto Angelo Miceli

Genere Amylosporus Ryvarden, Norw. J. Bot. 20: 1 (1973)

Nel genere, la cui specie tipo è Amylosporus campbellii, trovano posto 11 taxon:

A. auxiliadorae Drechsler-Santos & Ryvarden (2016); A. bracei (Murrill) A. David & Rajchenb. (1985); A. campbelii (Berk.) Ryvarden (1977); A. casuarinicola (Y.C. Dai & B.K. Cui) Y.C. Dai, Jia J. Chen & B.K. Cui (2015); A. efibulatus (I. Lindblad & Ryvarden) Y.C. Dai, Jia Chen J. & B.K. Cui (2015); A. guaraniticus Campi & Robledo (2017); A. rubellus (Y.C. Dai) Y.C. Dai, Jia Chen J. & B.K. Cui (2015); A. ryvardenii Stalpers (1996); A. succulentus Jia J. Chen e L.L. Shen (2014); (Campi et al., 2017; IF, 2020; MB, 2020); A. daedaliformis G.Y. Zheng & Z.S .Bi (1987); A. wrihtii Rajchenb. (1983) [IF, 2020; MB, 2020]. Tali specie sono tutte originarie da aree tropicali e subtropicali, a tipica crescita lignicola. Presentano cappello di colore bianco-biancastro, lucido e tendente, verso la maturazione, ad assumere colorazione ocracea. Generalmente sono sessili o hanno gambo breve, grossolano, tozzo, appena abbozzato. La zona imeniale, a tubuli, è caratterizzata da pori piccoli, circolari o irregolarmente allungati, di colore bianco-biancastro. Il sistema ifale, dimitico, è caratterizzato dalla presenza di ife generatrici ialine e ife scheletriche. I basidi tetrasporici hanno conformazione clavata; le spore, di forma ellissoidale, sono lisce o leggermente verrucose, amiloidi.

 Amylosporus campbellii

Amylosporus campbellii        Foto Angelo Miceli

Amylosporus campbellii  (Berk.) Ryvarden,

Norw. Jl Bot. 24: 217 (1977)

Basionimo: Polyporus campbellii Berk. [as 'campbelli'], Bot. di Hooker. Kew Gard. Misc. 6:228 (1854).

Posizione sistematica:

Divisione Basidiomycota, classe Agaricomycetes, ordine Russulales, famiglia Bondarzewiaceae, genere Amylosporus

Etimologia: Amylosporus dal greco ámylos = amido e da sporá = spora: con riferimento alle spore amiloidi ovvero che hanno una reazione positiva (blu) al reagente di Melzer. Campbellii con riferimento a nome di persona.

Principali sinonimi: Polyporus popanoides Cooke (1881); Polyporus anthelminticus Berk. (1866); Tyromyces graminicola Murrill (1915); Polyporus graminicola (Murrill) Murrill (1915); Polyporus mollitextus Lloyd, (1919); Polyporus propinquus Lloyd (1922); Polyporus tisdalei (Murrill) Murrill (1943); Scutiger tisdalei Murrill, (1943); Amylosporus graminicola (Murrill) Ryvarden (1973); Wrightoporia campbellii (Berk.) Teixeira (1992).

Nomi volgari: Poliporo di Campbell

 Amylosporus campbellii

Amylosporus campbellii        Foto Angelo Miceli

Descrizione macroscopica

Basidiocarpi a crescita annuale, si comportano da parassiti e presumibilmente anche da saprofiti, carnosi ed acquosi da freschi, fragili, spugnosi e leggeri ad essiccazione, sessili o muniti di gambo breve, tozzo, appena abbozzato; a crescita lignicola o apparentemente terricola. Si presentano in forma singola, sporgenti, a forma di mensola o circolare, o sovrapposti l’uno all’altro e, in questo caso, i nuovi esemplari crescono su quelli già esistenti, in fase di degradazione, oppure confluenti fino a formare un agglomerato di dimensioni consistenti. Le nostre raccolte avevano misure in larghezza da 8 a 18 cm e in lunghezza da 6 a 17 cm. (secondo Bernicchia et al., 2017 e Bernicchia et al., 2020 raggiungono anche 30-50 cm di larghezza).

La maturazione completa viene raggiunta in 30-50 giorni circa.

Supeficie sterile liscia, lucida, asciutta, con leggeri solchi delimitanti piccole aree irregolari inizialmente di colore bianco-biancastro, poi tendente, verso la maturazione, ad assumere colorazione rosato-ocracea più intensa, immutabile al tocco. Margine ottuso, ondulato, a volte lobato con lobi poco accentuati, tanto da assumere una conformazione subglobosa ed irregolare, di colore rosa chiaro, come la superficie, negli esemplari giovani, ocraceo più o meno intenso in quelli più maturi.

Amylosporus campbellii pori

Amylosporus campbellii, particolare superificie fertile.  Foto Carmelo Di Vincenzo

Superficie fertile a tubuli monostratificati di media lunghezza con pori piccoli, rotondi o leggermente allungati in maniera irregolare, colore bianco virante al rosa al tocco, tendente a scurire verso la maturazione.

Gambo assente o, se presente, tozzo, corto, appena abbozzato, centrale o laterale.

Carne morbida ed elastica, fibrosa, omogenea, bianca, acquosa e carnosa da fresco; spugnosa, leggera e fragile dopo essiccazione.

Odore gradevole, con intensità più accentuata negli esemplari giovani; sapore dolce, fungino, di nocciola.

Descrizione microscopica

Amylosporus campbellii ife  ife Amylosporus campbellii

Amylosporus campbellii   Sistema ifale al Rosso di Congo 40X    Foto Carmelo Di Vincenzo

Sistema ifale dimitico caratterizzato da ife generatrici ialine, doppie e verticillate, a parete sottile, vacuolate con setti e unioni a fibbia semplici, e da ife scheletriche, anch’esse ialine a parete spessa, diritte o con andamento più o meno ondulato, moderatamente ramificate, non destrinoidi al reagente di Melzer.

Amylosporus campbellii

Amylosporus campbellii   Ifa Scheletrica 40X      Foto Carmelo Di Vincenzo

 

Amylosporus campbellii spore

Amylosporus campbellii    Spore al reattivo di Melzer 40X          Foto Carmelo Di Vincenzo

Spore  (4,4) 4,5-5,5 (6,3) × (3,5) 3,7-4,3 (4,8); Me = 5 × 4; Q = (1,1) 1,14-1,4 (1,5); Qe = 1,3, amiloidi, con forma ellissoidale e superficie liscia.

   Amylosporus campbellii

Amylosporus campbellii        Foto Angelo Miceli

Habitat: specie tipicamente diffusa nelle aree tropicali e subtropicali, mai associata a colture arboree o arbustive boschive. Fruttifica, stante la nostra recente esperienza ed a quanto riportato in letteratura, nelle intercapedini della pavimentazione, attaccato ai muretti di limitazione delle aiuole, nei giardini, nei parchi, nei viali alberati, in associazione a piante ornamentali, come Chamaerops humilis L. (Palma nana), Tuja orientalis (L.) Franco, e anche su ceppo di Pino domestico (Pinus pinea L.) e su Palma messicana [Washingtonia robusta (Lindl.) H. Wendl.]; inoltre, collegato presumibilmente ai residui radicali di pianta ornamentale di Pittosporum s.l., per mezzo di un gambo rudimentale, posizionato lateralmente al basidioma, oppure inglobante ramoscelli di rosmarino (Rosmarinus officinalis Schleid.).

 Amylosporus campbellii

Amylosporus campbellii        Foto Angelo Miceli

Commestibilità: NON commestibile, legnoso

Caratteri differenziali

Facilmente riconoscibile per la crescita nei suddetti habitat, per la superficie superiore di colore bianco-biancastro, tendente a scurire a maturazione, per la superficie poroide bianca, caratterizzata da pori piccoli. Microscopicamente si riconosce per le spore amiloidi e per la presenza di unioni a fibbia doppie e multiple, caratteristica peculiare della specie, insolita nei polipori [Bernicchia et al., 2017]. 

 Amylosporus campbellii

Amylosporus campbellii        Foto Angelo Miceli

Collezioni esaminate: Località Rometta Marea nel Comune di Rometta, territorio della città metropolitana di Messina, in Sicilia, a circa 20 m s.l.m. e a circa 250 m di distanza dalla spiaggia, in due stazioni di crescita posizionate intorno a 200 m di distanza in linea d’area tra loro, una nel Complesso “Il Gabbiano”, l’altra nel Complesso “Due Torri”, in spazi esterni di fabbricati a civile abitazione caratterizzati dalla presenza di piante ornamentali di natura diversa. Nella prima stazione, il 21.7.2020, due esemplari, sporgenti a forma di mensola dal muretto di recinzione di una aiuola, legati, presumibilmente, ai residui radicali di pianta ornamentale di Pittosporum s.l. (Pittosporo), creando il collegamento per mezzo di un gambo rudimentale, posizionato lateralmente al basidioma, leg. A. Miceli e C. Di Vincenzo (Centro di Cultura Micologica, Messina). Nella seconda stazione, il 12.8.2020, numerosi esemplari sparsi in un giardino con piante ornamentali appartenenti a specie di natura diversa, cresciuti singolarmente o raggruppati in diversi esemplari, posizionati nelle aiuole, nelle intercapedini della pavimentazione, attaccati al muretto di limitazione delle aiuole, inglobanti ramoscelli di rosmarino (Rosmarinus officinalis) o, presumibilmente, collegati alle radici di un ceppo residuale di Pinus pinea, leg. A. Miceli e C. Di Vincenzo.

Altri ritrovamenti:

·        Luglio 2020 – Buonfornello (PA), due esemplari posizionati in aiuole tra di loro limitrofe in abitazione privata, uno associato a Chamaerops humilis (Palma nana), l’altro di dimensioni maggiori, nelle immediate vicinanze di Tuja orientalis. (Segnalazione effettuata dal Dott. Stefano Morici di Palermo).

·        25 agosto 2020 - Messina in aiuola all’interno dell’Is. 12 in Via Umbria. Unico esemplare apparentemente terricolo a forma circolare con diametro di circa 18 cm. Presumibilmente associato a radici di Pinus pinea posizionato poco distante. (Nostro ritrovamento su segnalazione del micologo Franco Mondello di Messina).

·        15 settembre 2020 – Barcellona Pozzo di Gotto (ME) in alcune aiuole nella centrale Via San Giovanni Bosco, diversi esemplari associati a colture ornamentali vive di Washingtonia robusta (Palma messicana). In particolare vari carpofori alla base di una palma e diversi altri, affioranti dal terreno, a forma pressocché circolare di varie dimensioni: cm 42 di diametro per l’esemplare con dimensioni maggiori. (Nostro ritrovamento unitamente ai Sigg. Filippo Gabriele La Rosa e Felice Mangano di Barcellona).

·        22 settembre 2020 – Messina P.zza Duomo nelle aiuole lato monte, numerosi esemplari, circa 35 – 40, di dimensioni diverse ed in vari stadi di maturazione, associati a piante ornamentali di diversa natura. (Nostro ritrovamento).

·        26 settembre 2020 – Montercarlo (Lucca) due esemplari concresciuti in aiuola con colture ornamentali diverse nel centro storico cittadino. (Segnalazione effettuata dalla Dott.ssa Anna Giuffrida).

·        4 gennaio 2021 – Spadafora (Messina) numerosi esemplari di dimensioni diverse e in fase di disidratazione, con conformazione a mensola, disposti a embrice, colonizzanti la base residuale di tre ceppi di P. Pinea in aiuola latistante la SS. 113. (Segnalazione effettuata dal Sig. Nino Barrilà – Centro di Cultura Micologica – Messina).

 Amylosporus campbellii

Amylosporus campbellii        Foto Angelo Miceli

 Exsiccata: I campioni dei vari sporofori, regolarmente essiccati, sono stati depositati nell’erbario dell’Associazione “Centro di Cultura Micologica” di Messina curato dal micologo Francesco Mondello, Presidente del Comitato Scientifico della stessa Associazione ed assunti al n. 1147 del repertorio generale.

Diffusione territoriale

A. Campbelli, come in premessa precisato, è una specie fungina tipica delle aree tropicali e subtropicali che da alcuni anni fa registrare la propria presenza anche nel territorio italiano facendo la propria apparizione ben lontano dalle aree boschive, preferendo fruttificare tra le piante ornamentali nelle aiuole, nei giardini pubblici o di pertinenze private, nei parchi, nei viali alberati. Nel tempo, la sua presenza è stata segnalata in numerose località extraeuropee quali, ad esempio: Giamaica, Bermude, Indie occidentali, Brasile, Venezuela, Nigeria, Kenya, Tanzania, Pakistan, India, Srilanka [Verma et al., 2016 con riferimento ad autori vari] California, Arizona, Texas, Messico, Martinica, Costa Rica, Taiwan, Cina meridionale [Bernicchia A. et al., 2017 con riferimento ad autori vari] e, in epoca relativamente recente, anche in Europa. Il primo ritrovamento fa riferimento ad esemplari rinvenuti negli anni 2016 e 2017, cresciuti in associazione a Myrthus communis L., nel territorio del comune di Siracusa, in Sicilia [Bernicchia et al., 2017]. Successivamente altri ritrovamenti sono stati segnalati nel territorio di Catania e di Trapani (Sicilia) ed ancora nella regione Puglia [Bernicchia et al., 2017], ai quali si aggiungono i ritrovamenti attuali nel territorio messinese, sui quali ci siamo soffermati in queste pagine, e altri da noi indicati nel paragrafo precedente.

Conclusioni

I numerosi e recenti ritrovamenti lasciano facilmente dedurre che la specie si sta facilmente acclimatando alle nostre latitudini ed in maniera abbondante; fattore, questo, di notevole importanza che si pone quale indicatore dell’attuale processo di mutazione climatica che, ormai da diversi anni, caratterizza le regioni del mediterraneo, sempre più vicine alle caratteristiche climatiche delle zone tropicali e subtropicali.

Ringraziamenti

Gli autori desiderano ringraziare la Dott.ssa Annarosa Bernicchia per il gradito supporto alla corretta identificazione dei basidiomi; il micologo Franco Mondello per la disponibilità ad accogliere e conservare le exsiccata nel proprio erbario; il Prof. Antonino Leone e l’Avv. Vincenzo Puglisi per la segnalazione relativa alla crescita dei basidiomi ai quali abbiamo fatto riferimento per la presente stesura; il Dott. Stefano Morici di Palermo, la Dott.ssa Anna Giuffrida e gli amici Filippo Gabriele La Rosa e Felice Mangano di Barcellona (ME) e Nino Barrilà, socio del Centro di Cultura Micologica di Messina, per le segnalazioni di ulteriori ritrovamenti.

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Bibliografia

 

Sitografia

Etimologia dei nomi botanici e micologici e corretta accentazione.

https://www.actaplantarum.org/

 Stampa on line

https://messina.gazzettadelsud.it/

https://24live.it/

 

 

 

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